Acquario Dolce o Marino? Le 10 cose da sapere!

L’Acquario marino, grazie ad un continuo sviluppo della dotazione tecnica (sempre più efficiente e “facile” da usare), sta prendendo sempre più piede anche grazie alla componente cinematografica…quante volte i clienti entrando esultavano, VOGLIO NEMO

Senza sapere cosa c’è dietro ad un acquario marino e quali siano le differenze con un acquario di acqua dolce.

Ma partiamo con le differenze base:

 Acqua dolce:

 

  1. Utilizzo dell’acqua di osmosi tagliata con l’acqua di rubinetto per cercare di ricreare l’ambiente più idoneo per i pesci ospitati
  2. Utilizzo dell’aereatore sia come funzione estetica che pratica in quanto innalza il livello di O2 disciolto ed utilizzo della CO2 per facilitare la funzione fotosintetica
  3. La presenza di una gran moltitudine di specie diverse di piante, per gran parte allevati in cattività
  4. Mancanza del completamento del ciclo dell’azoto arrivando fino agli NO3
  5. Filtrazione, meccanica e biologica (ad opera dei batteri buoni che si vengono a formare nei substrati appositi presenti nel filtro)
  6. Valori tendenzialmente più stabili, parlando in termini di pH, KH ecc, con test principali dell’acqua: NO2/NO3, PO4, pH, KH, GH, Fe.
  7. Riproduzione delle specie dalla più facile (ovovivipari,guppy, molly, ecc…) alla più difficile (esempio Discus).
  8. Possibilità dell’utilizzo di farmaci per la cura delle malattie e maggiore tolleranza alle variazioni di temperatura stagionali
  9. Illuminazione: non deve avere per forza un ruolo fondamentale come nel marino
  10. Tempi di maturazione della vasca, 31 giorni senza l’utilizzo di prodotti, con l’utilizzo di un attivatore batterico 10 giorni.

 

Acqua salata:

 

  1. Utilizzo di acqua di osmosi (di una qualità superiore rispetto al dolce) per lo scioglimento dei sali artificiali per tentare di ricreare le condizioni chimiche dell’acqua dei reef.
  2. Acquari obbligatoriamente aperti (il sale con l’evaporazione rovinerebbe qualsiasi coperchio se non studiato appositamente per il marino) e comunque deve essere aperto anche per permettere una superficie di scambio gassoso maggiore.
  3. Aereatore non viene usato perché nell’acqua salata va ad intaccare notevolmente i valori del pH del nostro acquario, e nel marino queste variazioni anche se minime possono creare seri danni agli animali, vertebrati e invertebrati.
  4. Praticamente assenza di piante, utilizzo di alghe come abbattitori di No3 (vedi Caulerpa) e funzione estetica grazie alle alghe coralline che danno quel tipico colore viola alle rocce.
  5. Presenza di invertebrati, coralli molli, duri (sps/lps) assenti nel dolce, con una infinità di varietà!
  6. Utilizzo della CO2, tramite il reattore di calcio, elemento fondamentale per mantenere il Ca alto come concentrazione in acqua e permettere la crescita degli scheletri dei coralli duri.
  7. Prelievo della maggior parte degli esemplari dei pesci in natura, al momento sono circa 5 le specie che si riescono a riprodurre in cattività (Pesce pagliaccio un esempio, accrescimento molto più complesso rispetto all’acqua dolce), esistenza invece di allevamenti di coralli che riescono ad essere riprodotti o in questo caso sarebbe meglio dire taleati (talea è un pezzo di un corallo staccato dal corallo madre, che viene incollato in una basetta per il suo sviluppo)
  8. Ciclo dell’azoto completo, ovvero la trasformazione degli NO3 in azoto gassoso, grazie a dei batteri sviluppati all’interno delle rocce vive.
  9. Filtrazione completamente differente rispetto al dolce, infatti non useremo un filtro biologico nel marino essendo solo un produttore di NO3, ma nella maggior parte dei casi si usa come metodo di filtrazione, il berlinese ovvero l’utilizzo di uno schiumatoio (sistema che permette di estrapolare i rifiuti azotati presenti nell’acqua tramite un processo di schiumazione) affiancato ad una ottima componete di rocce vive.
  10. Rocce vive, nel vero senso della parola, sono delle rocce prelevate direttamente in natura (e per alcune di esse ci vuole anche il CITES, il documento che riguarda gli animali controllati perché in via di estinzione o perché infestanti) o artificiali, particolarmente porose (la porosità determina la qualità della roccia) dove all’interno si forma un flora batterica che funge da filtro.

 

L’associazione corretta di questi due elementi permetterà all’acquariofilo di ricreare un equilibrio presente in natura.

Continuando a parlare dell’acquario marino, non sono da sottovalutare:

 

  • Difficoltà di utilizzo di farmaci in vasca a causa della forte sensibilità da parte dei coralli, ai principali principi attivi usati come medicinali.
  • Illuminazione punto focale del marino, in quanto gli invertebrati per la maggior parte sono dotati di alghe fotosintetiche con le quali istaurano una simbiosi che ne permette il loro sostentamento e crescita.

 

Si usano lunghezze d’onda e gradi kelvin completamente diversi rispetto al dolce, e nel momento in cui si intrapende la strada dei coralli duri in vasca essa dovrà essere molto ma molto potente ed è per questo che ancora oggi molti acquariofili usano le lampade Hqi (lampade agli ioni di mercurio).

 

  • Test principali dell’acqua: Ca,Mg e Kh (la cosiddetta triade valori da tener d’occhio in quanto molto correlati tra di loro per un corretto assorbimento da parte del corallo), Cu, PO4, Si, Sr
  • Tempi di maturazione completamente differenti, molto più lunghi, per l’avviamento ci sono diverse metodiche anche in funzione del sistema di filtrazione scelto.
  • Forte sensibilità da parte di tutto il sistema alle variazioni dei parametri fondamentali, Ph,Kh, Ca ecc…

 

Insomma su ognuno dei punti presi in considerazione ci si potrebbe scrivere un trattato con diverse opinioni… Spero di essere riuscito a farvi capire le differenze principali tra questi due mondi dell’acquariofilia apparentemente tanto simili ma in realtà molto diversi!

Valerio

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