Il tuo primo acquario marino: pronti a mettere l’acqua

Dopo aver collocato nei punti giusti la tecnica spiegata negli articoli precedenti di introduzione al mondo dell’acquario marino, prepariamo l’acqua salata che andremo ad introdurre in acquario, ma come si prepara?


L’acqua da utilizzare è quella d’osmosi che non superi i 4 TDS (questo è il valore che ci indica i sali disciolti nell’acqua).

Riempite le vostre taniche con acqua d’osmosi, prendiamo il sale apposito per acquari marini reperibile presso qualsiasi negozio d’acquari (consigliamo l’utilizzo del sale Reef Lowers) e cominciamo a pesarlo.

Il rapporto per avere una salinità corretta è 33g/L, quindi se prepariamo 100L d’acqua andremo a mettere 3,3Kg di sale; consigliamo in ogni caso, dopo aver fatto tutti i calcoli, di misurare la salinità prima di andare ad inserire l’acqua in vasca così da poter eventualmente correggerla (fate sempre sciogliere il sale con delle pompe prima di inserire l’acqua).


A questo punto attacchiamo le spine, regoliamo la tecnica come abbiamo descritto precedentemente e possiamo dare ufficialmente inizio alla nostra avventura con un acquario di barriera.


Come avrete notato non abbiamo ancora parlato di luce in quanto su questo tema esistono due linee di pensiero: mese di buio completo (applicando dei fogli di giornale in tutte le pareti dell’acquario) accendendo la luce dopo tale mese e partendo da 1 ora al giorno e aumentare mezz’ora a settimana fino ad arrivare ad un ciclo luminoso di 10 ore; la seconda linea di pensiero non affronta il mese di buio e fin da subito accende ed imposta la luce per 10 ore.


La scelta della plafoniera è molto ardua e vasta, affronteremo tale problema negli articoli successivi, per il momento questo è ciò che vi serve per partire.


Fatte le vostre scelte, vi auguriamo buona fortuna per questo nuovo viaggio!


A presto con i prossimi consigli!

Valerio

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Il tuo primo acquario marino: cos’è lo schiumatoio?

Andiamo avanti con i nostri articoli per il vostro primo acquario marino e descriviamo un altro oggetto fondamentale: ”lo schiumatoio”.


Questo strumento è indispensabile per il corretto funzionamento di un acquario marino. Le sue dimensioni possono variare in base a quale vasca deve servire, se collocato in acquario o in una vasca a parte denominata ”sump” (di quest’ultima ne parleremo meglio in un prossimo articolo).


Lo schiumatoio è costituito da un pompa, un tubo con la facoltà di pescare e regolare l’aria in entrata, una struttura allungata denominata colonna di contatto ed un bicchiere dove si raccoglie il prodotto di scarto.

All’interno della colonna viene spinta acqua tramite la pompa che mescolata con l’aria (spinta all’interno anche questa tramite la stessa pompa) genera un turbinio di bolle, tutto questo è possibile grazie ad un principio fisico detto ”effetto venturi”.

Maggiori saranno le bolle all’interno della colonna migliore sarà la ”schiumazione” (è cosi che viene chiamato il lavoro dello strumento che stiamo descrivendo). Potrete anche decidere (grazie alla regolazione dell’aria in entrata) come rendere la vostra schiumazione, se ”secca” o ”bagnata”, ovvero se rendere la schiuma in uscita dal bicchiere più compatta e con una tempistica più lunga oppure meno compatta e più rapida.


E’ importante osservare il colore del prodotto di scarto, se marrone scuro o color birra, vuol dire che siete nella giusta direzione poiché tutte le sostanze organiche presenti nell’acqua sono state intrappolate nella schiuma, allontanate dall’acqua e raccolte nel bicchiere, se il colore del prodotto di scarto raccolto è invece trasparente o verde siamo davanti a due problemi e possibili motivi: il primo è che state facendo schiumare troppo bagnato e veloce, tanto che il sistema di schiumazione non riesce a prelevare le sostanze organiche (praticamente state solo togliendo acqua); il secondo motivo (e ci riferiamo al colore verde del prodotto di scarto), è che state togliendo phytoplancton (approfondiremo meglio nei prossimi articoli questa tipologia di alga) fondamentale per il nutrimento dei nostri invertebrati in vasca, quindi o ne stiamo aggiungendo troppo, tanto da essere presente in eccesso, oppure il nostro schiumatoio non sta lavorando correttamente, quindi bisogna regolare la valvola dell’aria in modo da creare una schiuma con più bolle e quindi più compatta. 

Ricordiamo inoltre che il bicchiere dello schiumatoio dev’essere regolarmente pulito poiché vi accorgerete che col tempo si formerà una melma all’interno di esso che va tolta sciacquando il bicchiere stesso sotto l’acqua, se non viene fatta quest’azione, la schiumazione potrebbe essere compromessa rischiando non far lavorare bene il nostro schiumatoio.


A presto con i prossimi consigli!

Valerio

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Il tuo primo acquario marino: il movimento dell’acqua

Nel precedente articolo introduttivo sull’acquario marino, abbiamo parlato delle rocce e di quanto sia importante posizionarle bene.

Passiamo adesso al passo successivo: il movimento.


Come detto in precedenza, all’interno del nostro acquario di barriera avremo bisogno del movimento dell’acqua generato dal funzionamento di apposite ”pompe di movimento”.

Che potenza devono avere? Devono generare un movimento tale da interessare tutto il volume d’acqua contenuto in acquario, siate anche qui molto pignoli, comprate pompe di ottima qualità e se avete la possibilità, anche programmabili, così da simulare diversi flussi e rendere il tutto quanto più naturale possibile (sia ben chiaro che le condizioni naturali non riuscirete mai a ricrearle, ma qualcosa che si avvicini è possibile realizzarlo).

Il posizionamento delle pompe è altrettanto importante, è consigliabile collocarne una direzionata verso la superficie dell’acqua (l’ossigenazione è fondamentale per acquari di barriera), l’altra verso il basso, attenzione a non direzionarla nelle zone dove andranno collocati i vostri futuri coralli, potrebbe stressarli a portali alla non corretta spolipazione.


Insomma riassumendo dovete cercare di dividere l’acquario in due metà (se la grandezza dello stesso ve lo permette, altrimenti dovrete aggiungere a supporto altre pompe), una pompa compre la metà superiore e l’altra quella inferiore, interessando così l’intero volume d’acqua.

A presto con i prossimi consigli!

Valerio

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Il tuo primo acquario marino: le rocce

L’acquario marino è tra i neofiti la massima ambizione, molte volte però l’idea di costruirne uno viene meno a causa delle numerose attenzioni che quest’ultimo deve ricevere almeno nei suoi primi uno/due anni di vita.


La prima domanda che viene posta ad un negoziante da parte del neofita appassionato è: ”come devo cominciare?”.

La parola chiave da utilizzare è ”pazienza”; questa, insieme ad una buona dose di passione, saranno i punti cardine per sviluppare un acquario di barriera degno di essere ammirato.


Il primo passo è comprare la tecnica giusta, ma da dove partiamo? Ovviamente dalle rocce!
Quest’ultime in natura (e quindi anche nella nostra vaschetta) sono il fulcro principale del nostro equilibrio biologico, raggiungibile solo grazie ad una buona qualità delle stesse ed una buona base di batteri che troveranno casa all’interno delle nostre rocce.
La natura di quest’ultime è carbonatica (CaCO3), ma è assolutamente d’obbligo non confonderle con quelle che vengono definite ”aragonite” che molte volte vengono propinate, non idonee ad un allestimento di barriera.

Il posizionamento dev’essere minuzioso, siate pignoli, poiché il flusso di corrente che andrete a creare grazie alle pompe di movimento sarà influenzato dal posizionamento delle vostre rocce.

Non lasciate zone con mancato movimento, non farà altro che creare la condizione per la crescita delle alghe.

A prestissimo con il prossimo consiglio!

 

Valerio

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